Marrakech, Giugno 2015
Come avrete visto nei giorni scorsi sono stata in Marocco, ed ero emozionatissima perchè era la mia prima volta sia a Marrakech che in questo paese.
Al mio arrivo sola in aereoporto un autista mi aspettava e su una lussuosissima Range Rover e sono stata scortata fino all’Hotel Royal Palm Marrakech un incredibile paradiso, un’oasi immersa nel deserto dove lo staff al completo mi ha accolta nella hall e dopo avermi mostrato le aree comuni dell’hotel sono stata accompagnata nella mia suite.
Mi sono sentita come in Sex & The City!
Qui mi sono concessa qualche ora di super relax in una sorta di home-spa con alcuni tra i miei prodotti preferiti (se volte sapere quali sono cliccate qui!)
All'arrivo dei miei amici e colleghi ci siamo concessi un delizioso pranzo light a base di pietanze marocchine nel ristorante L’Uliveto letteralmente a bordo piscina e la nostra giornata free è continuata con un bagno e un pò di sole fino alla cena marocchina in un’atmosfera super romantica e affascinante circondati da candele e dalla magia del Royal Palm che di sera è incredibile!
Ho approfittato di ogni momento per vedere quanto più ho potuto di Marrakech e anche il backstage di un servizio fotografico è stato utile. La nostra prima tappa è stata il Suk, il mercato arabo solitamente situato per praticità lontano dal centro della città.
Normalmente i Suk sono disposti in cerchi concentrici dove le merci deteriorabili sono posizionate all’esterno ma a primo impatto questo di Marrakech non mi sembra rispettare molto queste regole perché siamo passati da un banco di carne a un gioielliere, da un banco di frutta a un commerciante di abiti o tappeti in un labirinto di stradine in cui la luce del sole a malapena filtrava in un caos di aromi, odori, colori e immagini che ti entrano nella pelle e nella memoria..che emozione!
Quello di Marrakech è il Suk più grande e importante del Marocco e noi siamo riusciti a visitarne solo una piccolissima parte.
Piazza Jaama El Fna da cui si accede al mercato è la più trafficata dell’Africa intera e non è difficile crederlo avendola vista con le sue infitnite bancarelle, gli artisti di strada, gli incantatori di serpenti e scimmiette, con i suoi bar dove degustare il tradizionale thè marocchino alla menta e dove schivare le decine e decine di scooter che ti sfrecciano a fianco come se niente fosse è un’impresa.
Nella grande piazza nessuno è esente dall’assalto dei marocchini che tentano di accaparrarsi con ogni scusa qualche moneta..
E’ il caso delle donne berbere che sedute sotto a ombrelloni in gruppetti di due o tre si lanciano a rincorrere ogni turista femminile per far pagare la loro arte e tradizione, quella dei tatuaggi all’hennè. Questo è un rito antichissimo di cui vi ho già parlato in un altro post e che, come spesso accade in questi centri così turistici e commerciali, perde di significato e magia perché per poche monete queste donne ti si buttano addosso, ti prendono le mani e con piccole siringhe o minuscoli coni ti fanno decorazioni senza senso e quasi senza che tu te ne possa rendere conto. Così è successo a me che mi sono ritrovata con la mano in quella della berbera e con un tatuaggio fresco che non potevo toccare per non macchiarmi tutta. L’hennè infatti va lasciato essiccare un’oretta circa come minimo e girare per il Suk facendo attenzione a non muovere troppo la mano o a farmela toccare è stato parecchio fastidioso. Peccato, apprezzo così tanto quest’arte che avrei voluto farmi fare un disegno serio scegliendo i simboli in base al loro significato e invece mi ritrovo un decoro che un bambino avrebbe fatto meglio ma pazienza, diciamo che è stato pittoresco lo stesso.

Aggirandoci per i vicoli c’era l’imbarazzo della scelta su cosa acquistare tra lampade, bicchieri tradizionali in cui bere il thè, gioielli artigianali di tutti i tipi e io avrei comprato ogni cosa perché adoro circondarmi in casa di oggetti che mi ricordano i posti dove sono stata.
Uscendo dal piccolo angolo di Suk che abbiamo visitato siamo tornati nella piazza principale e con la luce magica del tramonto tutto era ancora più bello, le carrozze, i cavalli, gli incantatori e i musicisti con cui ci siamo intrattenuti.
Tutto è indimenticabile e rimarrà nei nostri ricordi ma il Suk è stancante e non vedevamo l’ora di correre nella nostra oasi, il Royal Palm.
Un viaggio a Marrakech non è completo se non si visita Le Jardin Majorelle e io non me lo sono perso.
Cliccate qui per scoprire insieme a me questo posto meraviglioso.